“Stop!”: proprio così iniziava una meditazione proposta da un Maestro Indiano, vissuto il secolo scorso.
Si camminava per un po’, e poi, ad un tratto, lui gridava… “Stop!” ed, in quel momento, i partecipanti dovevano fermarsi, e prendere piena consapevolezza di se stessi.
Se stessi, chi?
“Se stessi corpo, se stessi mente, se stessi respiro”.
Un momento, un momento, che cosa significa?
Significa sentire il corpo, osservare come lo percepisci, dai piedi alla testa, e poi dalla testa ai piedi.
E poi osservare a cosa stai pensando (sono qui presente? Oppure sono a casa, a fare la spesa, o sto già
lavorando?) e come stai respirando (dal naso? Dalla bocca? Lentamente o velocemente?).
Questa semplice “tecnica”, che ciascuno di noi può attuare nel corso della giornata, comporta una presa di
consapevolezza sugli “automatismi”, cioè su tutte le attività che facciamo senza esserne consapevoli.
Quando al tuo “Stop” ti fermi, ti accorgi di dove eri, di dove sei, e di come ti percepisci.
E’ un esperimento molto interessante e può diventare anche divertente.
Provare per credere 😉