La tanto usata parola “stress” deriva dal latino “strictus”, che significa “serrato, compresso”.
Una forte pressione mentale ed emotiva ne caratterizza la sensazione, si tratta di una risposta, psicologica e fisiologica, dell’organismo, quando compiti, difficoltà od eventi della vita sono percepiti come pericolosi od eccessivi.
Tutti abbiamo sperimentato, almeno una volta nella vita, un’esperienza simile, e magari ci siamo sentiti disorientati e confusi, come “centrifugati” e senza speranza. Come fossimo dentro ad un circuito, senza via di uscita.
Una porta di emergenza ci viene in soccorso: la pratica meditativa.
Le neuroscienze hanno dimostrato, ormai ampiamente, che la pratica della meditazione, per la durata di sole 8 settimane, aumenta lo spessore corticale dell’ippocampo (che è l’area cerebrale adibita alla memoria ed all’apprendimento) e delle aree cerebrali specializzate nella elaborazione delle emozioni.
La neuroplasticità, cioè il processo di adattamento del cervello in risposta a pensieri, esperienze e comportamenti, genera dei percorsi neurali simili ad una traccia disegnata nel cervello; ciò significa che le risposte agli eventi traumatici, e le emozioni che le accompagnano, possono essere trasformate grazie a nuove abitudini che abbiamo la possibilità di attivare nel nostro quotidiano.
E cosa c’è di meglio allora che iniziare il nuovo anno con questo proposito?
Meditare ogni giorno, almeno per venti minuti, per otto settimane, ci consentirà di osservare il nostro profondo cambiamento. Ci accadrà di percepire la realtà e di viverci le situazioni “di stress” in maniera più serena e più leggera, e con molta più energia e capacità di agire attivamente nella nostra vita.
Cambiando ciò che possiamo cambiare, ed accettando ciò che non possiamo cambiare.